La differenza tra Capo e Leader.

Nel corso della storia sulla parola leadership si è scritto un po’ di tutto. Le definizioni sono state veramente tante, ma una di quelle che mi ha maggiormente colpito è tra le prime che ho sentito. Era il 16 marzo 1981, giorno d’inizio del mio primo corso di formazione, l’International Leadership School, a San José, in California. A parlare c’era un relatore di fama internazionale, ad assistere leader provenienti da ogni parte del mondo. E in quel momento, presentandoci l’argomento del corso, ci disse questo: “Il leader è colui che riesce a far fare a una persona ciò che neanche lei pensava di poter fare”.

La mia formazione sulla leadership è iniziata lì, ma ho avuto la fortuna di aver fatto frequentato decine di corsi sull’argomento e di mettere in pratica quegli insegnamenti. E a fronte di una carriera che mi ha portato a gestire strutture di oltre 50 mila risorse umane, posso confermare che il vero leader è colui che tira fuori il meglio da ogni componente della sua squadra.

Un leader può definirsi tale quando ha l’approvazione delle persone che conduce ed è autorevole nella sua conduzione: queste caratteristiche sono entrambe dirette conseguenze della competenza che il leader stesso dimostra di possedere in quella determinata materia. Oggi purtroppo si sente parlare spesso di leader, ma di veri e autorevoli ce ne sono ben pochi. La maggior parte di questi sono leader autoritari, cioè occupano delle posizioni grazie a un’autorità o un incarico ricevuto, ma spesso sono privi di competenza e di quelle caratteristiche basilari per poter gestire al meglio le emozioni o motivare le risorse umane.

Oggi ci sono tante persone che occupano queste posizioni, che sono “capi” piuttosto che leader. Quale è la differenza tra capo e leader? Il capo è quello seduto su una posizione che cerca di tenersi bene stretta e il più a lungo possibile. È quello che dice agli altri cosa fare. Un leader, invece, guida con l’esempio e mostra come si fa.

Il capo attribuisce colpe, incute timore, parla al singolare (sempre quel fastidioso io, io, io…) e non trasmette emozioni: insomma è un grande demotivatore. Questa è una figura che si ritrova spesso in ambienti che risultano poi malati, sia nelle performance personali che professionali: in loro presenza il clima che va a crearsi è spesso di paura, ansia, terrore, tensione. Tutte emozioni che non facilitano il buon andamento di un’attività, ben lontane da quelle presenti in un clima aziendale ottimale.

Il leader invece è una persona che trova sempre una soluzione a ogni problema, Lui non dà colpe agli altri, ma si assume in primis la responsabilità dell’andamento delle cose. Il leader sviluppa il concetto del “noi”, inteso come squadra, gruppo vincente, spirito e orgoglio di appartenenza. Il leader trasmette positività, entusiasmo, credibilità. È il faro, l’esempio da emulare, ispiratore e motivatore delle persone che gli stanno vicine. Facendo fare loro, ciò che mai avrebbero immaginato di fare.

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