Nell’articolo di questa settimana voglio parlarti di numeri. No, non si tratta di una lezione di matematica, non spaventarti. I numeri di cui parlo sono quelli che sono scritti sulla tua carta d’identità, nello specifico quelli che corrispondono alla tua data di nascita e, di conseguenza, alla tua età.
Alcune persone hanno un rapporto complicato con i loro anni, ne vengono letteralmente schiacciate, lasciandosi influenzare da essi.
Altre persone, invece, fanno esattamente il contrario: influenzano tutto ciò che hanno intorno, carta d’identità compresa, dimostrando che l’età è solo un numero.
Si tratta di un concetto di cui parlo da anni nei miei corsi, un elemento essenziale per prendere in mano la propria vita, mettersi in gioco. Ma per parlarne in questa occasione, sfrutterò un assist servito in modo magistrale da uno dei calciatori più forti di tutti i tempi: Cristiano Ronaldo.
Qualcuno di voi avrà sicuramente seguito o letto la conferenza stampa di presentazione dell’ultima partita di Champions League giocata dalla Juventus, quella contro la Lokomotiv Mosca.
Il campione portoghese si è sottoposto alle domande dei giornalisti e le sue risposte potrebbero diventare tranquillamente oggetto di un corso intensivo sulla mentalità vincente. È davvero impressionante la fame di vittoria che dimostra uno come lui.
Uno che in teoria (almeno per i calciatori “normali”) non avrebbe più niente da dimostrare.
L’età è solo un numero
Come ha sottolineato Maurizio Sarri nel corso della stessa conferenza stampa, però, Cristiano Ronaldo non è così, è un giocatore che dopo aver segnato la sua rete numero 700 in carriera, “mentre riportava il pallone a centrocampo già pensava a quando sarebbe arrivato a 800”.
Non è un paradosso, è la realtà. CR7 ormai ha creato dei meccanismi collaudati dentro di sé che sono proiettati in positivo al futuro. E per lui di positivo (rapportato al calcio) esiste solo una cosa: superare il record precedente.
Quando questo è il tuo focus, è normale che le energie fisiche e tecniche siano focalizzate alla realizzazione dell’obiettivo. E anche la carta d’identità, tornando al discorso iniziale, ha solo un peso relativo, come spiegato dallo stesso giocatore nel corso della conferenza stampa:
“L’età è solo un numero per me.
Non necessariamente arrivare a 34, 35 o 36 anni significa essere alla fine della propria carriera. Posso dimostrarlo con le mie prestazioni, il modo in cui gioco, il modo in cui mi sento bene, concentrato sulla partita, più maturo.
Queste cose fanno la differenza”.
Non ha ragione. Di più. L’età è oggettiva, ma lui la trasforma con il suo pensiero, che può modificare la realtà. Ci sono persone che modificano i loro pensieri in base alla realtà, mentre altre modificano la realtà in base ai loro pensieri.
Cristiano Ronaldo fa parte di questa seconda categoria: lui non aspetta che accadano le cose, ma crea i presupposti affinché queste si realizzino.
Ecco cosa è la mentalità vincente.