Nel corso degli ultimi anni ho rilasciato molte interviste e in ciascuna di esse ho sempre cercato di far conoscere il più possibile il mestiere del Mental Coach e il ruolo fondamentale che ricopre nella preparazione di una prestazione.
Ecco perché mi fa piacere che giornalisti aperti, illuminati, esperti e competenti nel mondo dello sport, come è Enrico Cattaneo, si stiano avvicinando a questa figura con enorme interesse, consapevoli che la parte mentale sia predominante per una performance, così come nella costruzione della mentalità vincente.
Questo interesse dimostrato con il mio intervento su RaiSport, nel corso della trasmissione “L’altra Domenica Sportiva”, significa che tutto il lavoro di semina che ho portato avanti nel corso di questi anni per far conoscere la professione, finalmente inizia a veder nascere i suoi frutti: l’obiettivo resta sempre lo stesso, portare il mondo dello sport italiano ad avvalersi di questa figura professionale, ormai diventata indispensabile per un processo di crescita. Come diceva Albert Einstein: “La mente è come un paracadute. Funziona solo se la teniamo aperta”.
Se non la apri, ti fai male.
E dal mio punto di vista, a causa di preconcetti e paura di confrontarsi con qualcosa di nuovo, lo sport italiano (e non internazionale, dove la figura del Mental Coach esiste già da tempo) si è fatto molto male finora, non riuscendo a valorizzare al massimo le proprie risorse.
Quindi, ben vengano interviste come quella che ho realizzato con il giornalista Enrico Cattaneo, aiutano a diffondere ancora di più questi concetti e la curiosità verso questa professione.
Per chi ancora l’avesse ascoltata, ecco qui di seguito l’estratto: