Pensa ai tuoi pensieri

Cosa è il pensiero? Le risposte che vengono date a questa domanda sono spesso sommarie e riduttive, soprattutto se si considera che si tratta di un elemento fondamentale, quello che governa le scelte e le decisioni, più in generale la vita. Questo perché i pensieri sono figli dei condizionamenti genetici (quelli trasmessi dai geni dei tuoi genitori), ambientali (dove hai vissuto) e culturali (la tua educazione, i tuoi studi) che hai registrato nel corso degli anni.

Tutto questo crea l’archivio della tua memoria, tanti dati immagazzinati e sparsi nei tessuti neurali e sinaptici, dove la mente va a pescare di volta in volta gli input per andare in azione. Per questo, e un’altra enorme serie di motivi, il pensiero è una struttura portante della tua vita: le decisioni sono figlie dei pensieri, per cui devi sempre fare attenzione a cosa pensi giornalmente. In genere si tende a pescare nell’archivio della mente le solite azioni, ma così facendo non si può progredire e l’esperienza resterà sempre statica, mai dinamica. Questa è una delle principali cause delle situazioni di stallo che si creano nel corso della vita, sia a livello personale che professionale.

Quando una persona nella propria vita ha ricevuto una serie di condizionamenti genetici, ambientali e culturali potenzianti, è chiaro che anche i pensieri che governano la sua mente saranno efficaci ed efficienti, certamente più propensi al successo. Al contrario, quando i condizionamenti sono sabotanti, si otterranno risultati inversi.

Sia i pensieri potenzianti che sabotanti, però, sono figli della stessa matrice ed è qualcosa che possiamo governare. Ciò che più conta è prendere coscienza del tipo di pensiero che la maggior parte del tempo alberga nella tua mente.

Pensare a cosa stai pensando è la base di partenza per iniziare un processo evolutivo. Se i tuoi pensieri sono depotenzianti, allora devi costruire delle strategie mentali per andare a ripescarli e lavorarci sopra. Se invece sono potenzianti, allora basta lasciarsi andare e seguire l’onda e l’energia che provoca quel determinato pensiero.

Il pensiero interviene sul corpo in due modi diversi, attraverso le sensazioni che arrivano direttamente dall’inconscio, oppure con la razionalità. Le parti emozionali e razionali sono due diramazioni del pensiero. L’una ha bisogno dell’altra per poter vivere una vita da protagonista e non da mero spettatore. La parte emotiva non è semplice da gestire perché agisce sull’istinto. E spesso è più forte della ragione.

Ma se una persona lavora su se stessa e sulla sua parte emotiva, frenando l’istinto e gli impulsi negativi che partono dalla mente per via delle emozioni, allora può dire di avere la propria vita nelle sue mani. Se invece si lascia governare solo dallo stato emotivo, una persona rischia di vivere sempre in trans ipnotica, ripetendo le solite cose, pensando alle solite cose, prendendo sempre le solite decisioni e la sua vita diventa una routine. Così non c’è crescita, né sviluppo.

La razionalità del pensiero, è fondamentale anche per identificare il tuo obiettivo. Se tu ne vuoi raggiungere uno, questo deve essere ben formulato nella tua mente, chiaro, unico, organizzato, reale ed entusiasmante. Quando sono presenti queste caratteristiche, allora i pensieri si organizzano affinché tutto ciò venga incastrato nel modo giusto. Così l’obiettivo è nel tuo pensiero e allo stesso tempo il pensiero è fisso sull’obiettivo: una condizione fondamentale per avere successo.

Ricordo che prima di una partita di calcio, in una sessione di coaching con Hernanes, gli chiesi come sempre quale fosse il suo obiettivo per quei 90 minuti. Lui mi rispose così: “Oggi il mio obiettivo è fare una grande prestazione”. Allora gli risposi: “Ok, entriamo nel particolare però. Altrimenti non mi hai parlato di un obiettivo, ma solo di un’aspirazione. Il pensiero così non si può concentrare e mettere il focus su questo obiettivo. Sarebbe come sparare una pallottola in mezzo alla nebbia. Invece il pensiero ha la necessità che l’obiettivo sia più chiaro possibile.” Allora ha riformulato il suo obiettivo specifico, concentrandosi su delle situazioni particolari. In quel modo il focus era incentrato nel fare le azioni necessarie al raggiungimento dell’obiettivo. Il risultato? Chiuse quella gara con una doppietta.

Stesso discorso, sulla modulazione del pensiero, l’ho affrontato anche recentemente con un motociclista professionista. Era tornato a correre dopo molto tempo dopo un brutto infortunio e nei primi giri di pista nelle prove libere, la sua mente andava continuamente su un pensiero: “Ho paura di cadere”. Questo era ciò che governava la sua mente. Allora abbiamo lavorato insieme nello spostamento del focus, trasformandolo in auto-motivazione attraverso pensieri potenzianti. Anche con lui, il risultato è stato che nelle qualifiche e in gara si è reso protagonista di una grande prestazione.

I pensieri si trasformano in cose. I pensieri diventano la realtà delle nostre azioni. Se oggi le tue azioni non sono soddisfacenti, non devi cambiare solo quello che fai, ma anche il software che lo produce, ricreando e ristrutturando delle nuove immagini mentali. È l’insieme delle immagini mentali, cioè delle rappresentazioni tridimensionali create dalla nostra mente, che a loro volta generano il pensiero. E il pensiero è quell’energia si attiva in alcune aree preposte del nostro cervello e dà il via all’azione.

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